Dante e il Ministro Bianchi al Convitto
Si è tenuto il 26 aprile nell’auditorium del Convitto, l’incontro finale del progetto Diligite iustitiam qui iudicatis terram. Si è trattato di un progetto di educazione civica, celebrativo della morte di Dante Alighieri, promosso dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria che, nell’ambito dei P.C.T.O., ha individuato quali referenti due giudici tra cui il Consigliere Fernanda Fraioli, l’avv. Maria De Cono, componente del Consiglio stesso e il prof. Angelo Chiaretti, accademico e illustre dantista.
Sicuramente un progetto innovativo per trasmettere agli studenti, prossimi all’esame di maturità, l’importanza e la bellezza della corretta gestione delle risorse pubbliche.
Ha partecipato all’iniziativa anche il ministro dell’Istruzione prof. Bianchi che, nell’iniziale prolusione, ha sottolineato l’attualità delle vicende giudiziarie del sommo poeta. “Dallo studio di questo particolare aspetto della vita di Dante emerge come egli abbia voluto stigmatizzare i comportamenti illeciti su cui erano fondate le accuse rivoltegli, collocandoli nei diversi gironi dell’Inferno secondo le varie tematiche di usura, corruzione, peculato e altro”.
Giudici ed esperti hanno istruito i nostri ragazzi su quali sono, come devono operare, quanti diversi tipi di giudici esistono oggi in Italia per aiutarli a calarsi nella parte, partendo dall’accusa che gravò su Dante, nella veste di pubblico ufficiale, di aver ricevuto denaro in cambio di favoritismi.
Quali vizi, quindi e quali virtù degli uomini di allora e quali degli uomini di oggi: cosa accadrebbe se Dante fosse processato adesso?
Da qui si è arrivati all’attualità, alla celebrazione di un vero processo da parte delle classi 5^A e 5^B del Liceo Classico, professionisti della giustizia per un giorno.