Saluto del rettore
Poche righe solo per inviare un breve ma sincero saluto a tutta la comunità del Convitto.
Un saluto a chi ritrovo e a chi condivide con me l’inizio di qualcosa di inedito.
Inedito anche se il mio essere qui sembrerebbe suggerire, dopo 4 anni, l’immagine del ritorno; sembrerebbe richiamare la suggestione letteraria del nostos e, dunque, del multiforme Odisseo, di quel ritorno eroe indiscusso. Ma sarebbe oltremodo ambizioso e, soprattutto, fallace; la figura del coraggioso Telemaco appare, invece, più opportuna e per più ordini di motivi.
Certo, come Odisseo si torna in patria, a casa, dove tutto è iniziato e tutto è continuato, guidato e custodito da chi precedeva, da chi è rimasto, saldo riferimento per tutti; dove ciò che solo conta, anche in piena transizione digitale è l’irrinunciabile vicenda del maestro e dell’allievo; della guida e del discepolo; di chi lascia il segno (insegna) e di chi impara.
Ma è Telemaco (il figlio) che si cimenta con un nuovo viaggio, che si forgia e si prepara, che nell’esempio del padre e del maestro matura e si scopre adulto.
Come Telemaco, dunque, grati e riconoscenti si guarda all’apprendistato, al nuovo padre da non deludere e da servire, che è il Convitto e le mille e mille voci e dimensioni che lo caratterizzano, rendendolo unico.
Inevitabilmente, dunque, si inizia radicati nel passato, saldi nel presente e proiettati nel futuro se è vero, come scrive Braudel, che essere stati è una condizione per essere.
Buon anno scolastico
Il rettore
Manuela Vicuna